1996 - Ass. Culturale Cantunovu – ACC1 96
I brani contenuti nel presente lavoro fanno tutti parte del concerto di Pasqua dei Cantunovu. Così come per il Natale, anche per la Pasqua abbiamo voluto varcare la soglia della sala d'incisione e registrare queste altre esperienze musicali religiose popolari. Anche per lasciare agli appassionati e non di questo genere musicale una traccia artistica che serva loro come uno dei punti di riferimento e di confronto. Ovviamente, come in tutti i lavori dei Cantunovu, anche qui gli stilemi classici delle melodie popolari vengono elaborati ed arricchiti da sonorità e ritmi moderni. In questo modo, secondo noi, le musiche proposte, pur conservando e custodendo la memoria storica dei vecchi canti, risultano più articolate e melodiose, tali da poter essere gradite oltre che ad un pubblico di competenti anche a chi vuole solo ascoltare della buona musica. "Passio Domini" è dedicato a chi, con passione, ha sacrificato la propria vita per una causa e per un ideale.
(Paolo Artale)
Si ringraziano per la collaborazione musicale: Tano Fiorito, Mariano Cultraro, ALDO VINCI C.G. STUDIO di Siracusa per il lavoro in sala di registrazione, l'artista GAETANO TANASI autore della copertina SEBASTIANO ALIFFI per le ricerche l'ASSOCIAZIONE CULTURALE CANTUNOVU.
C'è qualcosa di profondamente gratificante nel possedere un disco o un CD fisico, qualcosa che trascende la semplice fruizione della musica. Tenere tra le mani un album - sentire il peso del vinile o il clic della custodia di un CD - restituisce un senso di concretezza e intimità che il digitale non può offrire. È un rituale: sfiorare la copertina, leggere i testi, ammirare l’artwork, e poi posizionare il disco sul piatto o inserire il CD nel lettore. Ogni ascolto diventa un momento dedicato, consapevole, quasi cerimoniale.
A differenza dello streaming, dove milioni di brani sono a portata di clic ma spesso passano inosservati, un album fisico richiede impegno e attenzione. Si crea un legame più profondo con la musica, perché è stata scelta, acquistata, custodita. È anche un gesto d’amore verso l’artista: un modo per onorare il suo lavoro, sostenendolo concretamente.
E poi c’è il fascino della collezione: vedere i propri dischi allineati su uno scaffale racconta chi siamo, cosa ci ha toccato nel tempo. Ogni album è una memoria fisica, una parte della nostra storia personale. In un’epoca di musica liquida, avere un oggetto reale che suona, resiste e invecchia con noi, è un piacere raro e prezioso.
(Mario Macrì)